Josep Borrell, l’alto rappresentante dell’Unione Europea per la politica estera, ha espresso forti riserve sulla linea adottata da Ursula von der Leyen riguardo alla situazione a Gaza. Le sue parole hanno suscitato un profondo dibattito all’interno delle istituzioni europee, mettendo in luce una frattura che sembra sempre più insormontabile.
Le recenti azioni a Gaza da parte di Israele hanno lasciato un bilancio tragico, con migliaia di vittime in soli quattordici giorni. Borrell ha messo in discussione la posizione di appoggio incondizionato mostrata dalla Commissione Europea nei confronti di Israele e degli Stati Uniti. Ha sottolineato come, nonostante le numerose guerre a Gaza, il problema Hamas rimanga irrisolto e ha ribadito l’importanza di proteggere i civili, soprattutto i bambini, sottolineando che la pace non può essere raggiunta infliggendo sofferenze.
Al contrario, von der Leyen ha sostenuto la necessità di sostenere le democrazie, tra cui Israele e gli Stati Uniti, nella loro lotta contro chi minaccia la libertà. Ha paragonato la situazione in Ucraina, dove si combatte contro l’aggressione russa, a quella di Israele, definendo l’attacco subito da quest’ultimo come il peggiore nella sua storia.
La dichiarazione di Borrell è arrivata contemporaneamente alla pubblicazione di un documento che sottolinea l’importanza della diplomazia nel prevenire ulteriori escalation. Il Consiglio Europeo ha sostenuto un appello per una pausa umanitaria, sottolineando la necessità di lavorare con i partner regionali e ribadendo la necessità di trovare una soluzione a due stati.
Le tensioni tra Borrell e von der Leyen si sono acuite dopo l’intervento di quest’ultima all’Hudson Institute, considerato da molti come un’interferenza nelle competenze dell’Alto rappresentante e del Consiglio. Questa spaccatura ha causato malcontento tra i funzionari e nel Parlamento Europeo. La portavoce della Commissione, Arianna Podestà, ha difeso la posizione di von der Leyen, sottolineando la differenza tra Hamas e il popolo palestinese e ribadendo il sostegno dell’UE ad Israele nel suo diritto di difendersi, nel rispetto del diritto internazionale umanitario.
Le divergenze tra Josep Borrell e Ursula von der Leyen hanno scatenato un acceso dibattito non solo all’interno delle istituzioni europee, ma anche tra gli Stati membri dell’Unione. Questo divario rappresenta la lotta eterna tra la necessità di sostenere gli alleati strategici e il desiderio di promuovere i valori fondamentali dell’UE, come i diritti umani e la diplomazia. Molti osservatori hanno sottolineato come, in un momento in cui l’Europa cerca di affermare il suo ruolo sulla scena mondiale, le divisioni interne possano indebolire la sua posizione e la sua capacità di agire come mediatore. La questione palestinese è da tempo un punto dolente nelle relazioni internazionali e l’UE, con la sua storia e la sua vicinanza geografica al Medio Oriente, ha sempre cercato di giocare un ruolo attivo nella ricerca della pace. Ma il cammino è tortuoso e pieno di ostacoli. Le dichiarazioni contrastanti dei due alti funzionari europei mostrano quanto sia complesso e delicato l’equilibrio che l’Unione cerca di mantenere, tra le esigenze della realpolitik e la difesa dei principi fondamentali.